D: Adesso a Torino è pieno di monopattini, a quanto pare anche a Milano perché anche a Milano è ricominciata la sperimentazione, cioè sono ritornati i monopattini adesso che c’è la sperimentazione sono finalmente legali. Sono divertenti, sono mezzi divertenti e alla fine secondo me una delle cose uno degli elementi che li rende più belli e più interessanti è che sono proprio divertenti, sono più divertenti di andare in un auto chiusa, sono più divertenti di andare a piedi alla fine, certo andare a piedi è meglio per la salute, però comunque è bello andare ad una certa velocità, soprattutto, secondo me, d’estate, quando ci sarà il bel tempo, andare d’estate con questi mezzi e sentire il vento che ti soffia addosso. Torino è anche una città molto inquinata, come vi ho fatto vedere in uno dei video, l’ultimo video probabilmente, non so quando uscirà questo episodio, comunque una città che ha un problema ecologico enorme, quindi probabilmente avere meno auto, perché magari qualcuno che ha un’auto decide che non ha senso usare l’auto per un tragitto, come quello di tua moglie di 2Km o 1Km quindi magari può usare un monopattino di questo tipo.
M: Esatto, perché secondo me, chiaro che se devi fare magari un chilometro è una distanza che si percorre facilmente anche a piedi, non sarebbe un problema, quando si superano i due chilometri secondo me, per andare in ufficio ad esempio a molte persone gli passa la voglia, quindi per fare quei 2, 3, 5 chilometri, se non ci sono i sufficienti mezzi di trasporto, come capita nel caso di mia moglie… noi non abitiamo proprio a Torino, ma in una cittadina quasi limitrofa. L’unica alternativa è l’automobile o la bicicletta se uno ha voglia di pedalare, però appunto dipende molto dalla singola persona. Le prime volte che ho utilizzato il monopattino elettrico ho proprio riscoperto un senso di libertà, ti fa ritornare un po’ bambino se vogliamo, perché ti rendi conto di poter percorrere delle distanze anche abbastanza importanti nell’ordine anche di una decina di chilometri, anche di più se uno ha voglia, e davvero con pochi limiti se non quelli della legge, fino a poco tempo fa. Lo trovo un mezzo molto divertente, molto maneggevole anche rispetto ad una bici che volente o nolente con una bicicletta nel traffico cittadino, qualche fastidio c’è perché comunque la manovrabilità di una bicicletta, rispetto ad un monopattino è peggiore secondo me, dovuta alle dimensioni e al tipo di utilizzo.
D: Quindi secondo te un monopattino è più manovrabile di una bici?
M: Sì, manovrabile, maneggevole, sì assolutamente, in generale più comodo soprattutto all’interno delle città e del traffico. In modo inaspettato secondo me, circa a metà dicembre, quindi davvero due settimane fa o poco più, all’interno di quella che in Italia si chiama “legge di bilancio,” ovvero una gigantesca legge composta da tantissimi articoli ed emendamenti che viene stilata dal parlamento tutti gli anni verso fine anno per. diciamo affrontare. il tema del bilancio, ovvero del budget, delle finanze dello stato per l’anno successivo, gli anni successivi, in modo come dicevo inaspettato, è stato tra virgolette infilato un emendamento, ovvero una modifica a una regola con cui i monopattini elettrici e solamente i monopattini elettrici, quindi nessun altro tipo di mezzo, vengono equiparati ovvero trattati come se fossero delle semplici biciclette. In questo momento, dal 1 gennaio 2020 tutti i monopattini elettrici, possono andare esattamente dove andrebbe una bicicletta, quindi di fatto dando un’immensa libertà di utilizzo per questo tipo di dispositivi che fino a letteralmente due giorni fa non esisteva e questo secondo me è davvero, forse, speriamo l’inizio della rivoluzione della mobilità in Italia.
D: Ok, tu chiaramente sei un adepto, sei una persona che vede questo fenomeno in maniera positiva, ci sono tante persone che sono critiche e persone che pensano che i monopattini causino molti problemi, sia per quello che abbiamo detto prima, che non sempre vengono utilizzati bene – soprattutto se parliamo di mezzi in condivisione quindi vengono lasciati in mezzo al marciapiede, vengono lasciati parcheggiati male – ma anche perché alcune persone li guidano in maniera non molto sicura, in maniera spericolata nel traffico. Volevo chiederti cosa, pensi che ci siano anche dei rischi dovuti a questo? Che le persone li guidino male, che li lascino…
M: Ma allora le lamentele più comuni che si leggono online da parte dei detrattori di questo tipo di mezzi, sono alcune relative esclusivamente ai monopattini in sharing ovvero ad esempio il fatto che vengono parcheggiati o lasciati in delle posizioni non corrette, irrispettose, ad esempio, per i pedoni, ovvero quando un monopattino viene lasciato in mezzo ad un marciapiede, questo è gravissimo ed andrebbe sempre evitato e su queste lamentele assolutamente niente da dire, c’è poco da fare se non nel proprio piccolo assolutamente di evitare questi comportamenti e cercare di sensibilizzare le altre persone a non farlo a comportarsi bene. Un’altra lamentela è: “eh ma questi monopattini sono pericolosi perché sfrecciano nel traffico…”, soprattutto adesso che diciamo potrebbero andare nelle strade con le automobili, o sfrecciano sui marciapiedi. Sì, purtroppo è vero, ci sono dei comportamenti che andrebbero evitati anche nella circolazione nelle strade e ovviamente quello che sono solito dire è che indipendentemente dal mezzo che si guida, si può guidare bene come si può guidare male, non rispettando gli altri utenti della strada. Dal mio punto di vista oltretutto, se io guido un monopattino – ma così come una bicicletta – io sono un cosiddetto “utente debole” della strada, perché è vero posso fare delle cavolate, commettere degli errori, se mi scontro con un suv, è facile immaginare chi dei due guidatori si farà più male. Un altro aspetto controverso è che in questo momento, secondo la legge italiana non c’è ne obbligo di targa, come dicevamo prima e nemmeno obbligo di assicurazione, quindi effettivamente se io commetto qualche, sinistro, ovvero qualche incidente con il monopattino, ad esempio colpisco un pedone o danneggio un’automobile, non c’è di fatto modo se io decido di fuggire, se sono in grado di farlo e lo faccio, non c’è modo per rintracciarmi, chiaramente questo è un altro comportamento da condannare. Diciamo, quando viene mossa questa critica, io tendo a rispondere, chiaro io sarei anche d’accordo dal mio punto di vista a mettere targhe ed assicurazioni ai monopattini, però a questo punto perché siamo andati avanti per più di un secolo con le biciclette che non avevano targa nè assicurazione? E quindi di solito poi la persona con cui discuto non sa cosa rispondere oppure dice sì, ed infatti metterei le targhe pure alle bici, che ripeto, io personalmente non ci vedo nulla di così scandaloso, però sarebbe una rivoluzione davvero pazzesca nella storia della mobilità italiana penso, obbligare un ciclista ad avere una targa non si è credo mai vista una cosa simile.
D: Probabilmente causerebbe molte polemiche una cosa del genere, no so, vediamo come si evolverà, in ogni caso in Germania hanno le targhe, in Germania sono già molto usati a quanto pare… adesso quindi abbiamo visto, da ieri di fatto perché registriamo il 2 gennaio, sono completamente e totalmente legali anche nelle strade italiane, vedremo se qualche comune qualche città farà qualcosa per limitare l’uso, perché possono sempre farlo le singole città.
Tu pensi quindi che questi mezzi siano il futuro? Riprendendo il titolo del video che avevo fatto, ti faccio questa domanda.
M: Ma, questa è una domanda complicata, nel senso io personalmente spero di sì, e realisticamente con un minimo di ottimismo, penso che possano essere l’inizio di un grande cambiamento nella mobilità cittadina e non, ma soprattutto quella cittadina. Siamo in un momento in cui forse posso dire finalmente, la sensibilizzazione sui temi dell’ecologia, dell’ambiente si sta facendo davvero forte nell’opinione pubblica e secondo me nelle città italiane e non io posso parlare in particolare di Torino e Milano serve fare qualcosa almeno per fare il possibile per ridurre l’inquinamento quanto meno l’inquinamento locale nei centri città. Io penso che sarebbe stupendo poter uscire di casa a Torino e anche solo passeggiare e fare attenzione solamente a biciclette e monopattini sperando che insomma guidino come si deve ma soprattutto poter respirare in città dell’aria pulita, quasi pulita. Chiaramente è vero non sono le uniche fonti di inquinamento perché ci sono tutte le emissioni da parte dei condomini, delle fabbriche, però quanto meno le fabbriche nel centro delle metropoli non ci sono più fortunatamente.
D: Oggi stesso ero a Torino, mi trovavo a Torino e di nuovo ho pensato, che schifo quest’aria, proprio senti quest’aria sporca, senti l’aria inquinata, il che non è neanche bello con i monopattini perché comunque con i monopattini respiri l’aria inquinata.
M: Sì, io ogni volta penso all’esempio virtuoso della città di Oslo, la capitale della Norvegia dove se non erro proprio nel 2019 è stato chiuso il traffico a tutta un’area piuttosto vasta del centro città, all’area più centrale della città. A Torino abbiamo una cosiddetta zona a traffico limitato ZTL dove appunto con l’avvento della sperimentazione dei monopattini, il limite di velocità è stato volutamente abbassato ai 30 Km/h ma questo secondo me in ottica futura non è sufficiente. Io sinceramente spero che, tra non troppo tempo, in questa zona centralissima di Torino, vengano totalmente vietate le automobili, ovviamente con le dovute eccezioni delle ambulanze e tutti i mezzi di soccorso, ovviamente mantenendo i mezzi pubblici come i pullman i tram ma facendo anche in modo che diventino tutti mezzi elettrici, perché io fin da bambino ricordo proprio lo schifo che mi provocava quando abitavo a Torino da bambino, uscire di casa e respirare gas di scarico, un odore che proprio permeava le strade. Adesso boh, forse rispetto a quei tempi, almeno a livello olfattivo la situazione è migliorata, ma a livello di numero rilevati dalle centraline meteo, la situazione non è assolutamente positiva. Come dicevamo prima Torino vanta un primato negativo in alcuni di questi parametri dell’inquinamento.
D: Il traffico, non solo per chi è dentro il traffico, ma anche per chi è a piedi è una fonte di stress acustico, poi devi attraversare la strada ogni volta in mezzo al traffico, o aspetti il semaforo verde oppure devi comunque attraversare, in Italia non sempre ti fanno passare le auto quindi…
M: O molto spesso capita che tu sei sulle strisce, magari anche già con un passo sulla strada, ma le auto puoi contarne 3, 4, 5 a seconda della strada, a seconda della situazione prima che qualcuno ti lasci passare e quello è davvero sempre stato vergognoso.
D: Ci sono solo cose positive?
M: No, non voglio dire che ci siano solo cose positive, però voglio anche dare degli spunti di riflessione, cioè una cosa che tendo sempre a dire quando parlo di questo argomento è, è mai possibile che una persona debba far muovere tonnellate di lamiera, tonnellate di motore per spostare 70/80 Kg di essere umano? quando potrebbe muovere elettricamente, 15 kg di monopattino elettrico per fare lo stesso tragitto magari di pochi chilometri.
D: Ci sono situazioni in cui serviranno probabilmente le auto o comunque i mezzi pubblici, mi viene in mente la pioggia, se piove, magari non lo so, magari in futuro i monopattini saranno più resistenti ora è difficile utilizzare dei mezzi di micromobilità con la pioggia.
M: Chiaro, ci sono tante situazioni, in particolare la pioggia forte in cui non è assolutamente facile, anzi è persino pericoloso utilizzare un monopattino elettrico o un mezzo simile, è chiaro, io però voglio pensare positivo, voglio pensare a delle città che in un futuro prossimo, con sempre meno auto, dove la volta che pioverà, uno potrà anche fare affidamento sui mezzi pubblici, quindi sui bus, pullman elettrici, tram, metropolitana e su delle reti di mezzi pubblici molto più efficienti di quelle che abbiamo adesso.
D: Per risolvere questi problemi, il problema del traffico eccessivo, il problema dell’inquinamento, le soluzioni sono sistemiche, sono soluzioni di cui la micromobilità è una parte ed il resto sono i mezzi pubblici, sono 50 e 50 e se non c’è una cosa, l’altra secondo me non può funzionare. Se piove devi andare in pullman o in tram se non hai l’auto.
M: Chiaro che se non hai una fermata comoda sei praticamente costretto ad utilizzare l’auto.
D: Però la cosa appunto che dicevo è che l’Italia secondo me è un paese per automobilisti perché ci sono poche piste ciclabili, ci sono pochi mezzi di trasporto, non sempre funzionano con qualche eccezione a Milano dove funzionano bene, a Roma sono un disastro e in alcune piccole città, non c’è nemmeno la stazione dei treni quindi adesso è impossibile vivere senza l’auto per tante persone, ci sono tante persone che invece vivono in città e magari possono farcela ma appena esci dalle metropoli, dalle grandi città, per molti è assolutamente impensabile vivere senza l’auto quindi quello è l’ostacolo più grande soprattutto se parliamo delle città più piccole fuori dalle grandi città.
M: Chiaro il cambiamento sarà per forza di cose graduale, perché in quello che sarà un percorso graduale di switch verso una mobilità dolce, come viene definita, le piste ciclabili sono fondamentali, avere quindi delle corsie preferenziali per utilizzare le biciclette, i monopattini ed eventualmente altri mezzi ecologici senza dover per forza la paura delle automobili che ti sfrecciano a fianco per convincere di più la gente ad utilizzare questi mezzi e convincere gli automobilisti che non sono così fastidiosi questi mezzi, perché ad un certo punto se circolano su delle corsie apposite, i pericoli si riducono tantissimo.
D: Quindi direi che possiamo chiudere qua, vi aggiorneremo tra un anno, la rubrica micro-mobilità in Italia tornerà.
M: Io stesso sono venuto qua a casa di mio fratello questa sera sfidando il freddo, perché penso che siamo circa a 0 gradi con il mio monopattino elettrico, ho fatto circa 5 Km in alcune strade anche nel buio quasi completo, perché qui non siamo in città, ma siamo in periferia, in provincia.
D: Poi un nuovo decennio iniziato, quindi è ufficiale, bene allora grazie per la partecipazione.
M: Grazie a te per l’ospitalità
D: Fai attenzione tornando in monopattino, se qualcosa finisce male, queste parole saranno quelle che in italiano diciamo “le ultime parole famose”, fai attenzione tornando a casa.
M: Farò molta attenzione, e raccontateci nei vostri paesi nelle vostre città, com’è la situazione, se sono legali.
D: Ma molti ci avevano già scritto in realtà sotto il video, ne avevo parlato brevemente in un altro episodio, molti avevano detto che sono legali, in tanti paesi quindi anche in questo l’Italia sembrava un po’ indietro.
M: E anche se non sono legali provateli, con le dovute attenzioni.
D: Sono divertenti, questa è la prima cosa secondo me.
M: E secondo me, andare in ufficio, andare al lavoro il mattino o tornare la sera anche se hai avuto una brutta giornata, farti quei 20 minuti sul monopattino ti riporta il sorriso.
D: Su queste note positive, su questa nota di felicità, chiudiamo questo episodio, grazie ancora per la partecipazione.
M: Grazie, un saluto a tutti gli ascoltatori di podcast italiano e ci sentiamo alla prossima.